Ci vuole coraggio per seguire le proprie idee

SCenci ok

"L'ipotesi meno probabile di tutte si rivela essere alla fine quella vera”. Quella sensazione di sgomento e insieme meraviglia che si prova quando Sherlock Holmes nei gialli di Conan Doyle scopre che gli indizi seguiti fino a quel momento lo portano su vie inesplorate, è la stessa che proviamo noi ricercatori quando un’ipotesi dapprima inattesa si rivela, invece, estremamente produttiva.

Nel mio campo - la gerontologia - è successo qualcosa di simile quando ci siamo resi conto che alcuni dei meccanismi che ci fanno ammalare sono gli stessi che fanno invecchiare le nostre cellule e tutto l’organismo.

Comprendere l'invecchiamento ci permette cioè anche di comprendere meglio molte malattie che ci affliggono, un cambio di prospettiva che permetterà di trovare nuove strategie terapeutiche.

Se ho avuto il coraggio di guardare le cose da un nuovo punto di vista, lo devo soprattutto ai giovani studenti di dottorato che, freschi di studi, entrano nel mondo della ricerca con una particolare apertura mentale che spesso noi ricercatori più “rodati” tendiamo a perdere nel corso degli anni. Può capitare che qualche studente entri a qualunque ora del giorno nel mio studio, entusiasta per un risultato appena trovato o per una nuova intuizione: in questi casi cerco sempre di interrompere tutto e ascoltarlo, perché spesso è dai confronti inaspettati che nascono le idee migliori.

Simone Cenci

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