Mai abbandonare i propri sogni: Dejan Lazarevic si racconta

Dejan Lazarevic

Ho capito che volevo fare ricerca quando ero bambino e ancora vivevo a Spalato, in Croazia. Era il periodo della corsa allo spazio e gli scienziati erano diventati in poco tempo delle figure quasi eroiche.

Allora avevo solo 13 anni e ricordo che mi piaceva guardare in televisione un programma sulla vita dei primi microbiologi del ‘900. “Chissà se diventerò anche io come loro” – mi chiedevo.

Da allora sono trascorsi 40 anni. Oggi lavoro in un laboratorio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele che studia la relazione fra geni e malattie anche molto complesse, come la sclerosi multipla e i tumori.
A Spalato sono rimasto fino all’età di 18 anni. Il mio primo passo verso la carriera di ricercatore è stata la laurea in medicina, che ho conseguito all’università di Fiume. Come molti dei miei coetanei, finito il percorso di studi, scelsi di spostarmi all’estero per lavorare perché, a seguito della guerra dei Balcani, la mia terra non offriva opportunità di lavoro nella ricerca scientifica.

Il conflitto aveva lasciato dietro di sé molta povertà.

Arrivai in Italia nel 1992 per lavorare in un laboratorio dell’università di Udine che faceva ricerca sul cancro. Il mio primo giorno di lavoro fu il giorno di Ognissanti: imparai subito che, allora come oggi, nei laboratori di ricerca – un po’ per senso di responsabilità, un po’ per passione – il lavoro non si ferma mai.
Rimasi in Friuli Venezia Giulia per 17 anni. Durante questo periodo cambiai più volte istituto e ambito di ricerca, passando dalla neurobiologia e dalla rigenerazione del midollo spinale fino allo studio della malattia di Parkinson.

Venni chiamato all’Ospedale San Raffaele nel 2011 per le competenze che avevo acquisito nel campo della genomica. Accettai senza pensarci due volte. Mi è sempre piaciuta l’idea che i miei sforzi nella ricerca potessero trovare il prima possibile un riscontro pratico capace di migliorare la vita delle persone, una cosa possibile solo in un ospedale come questo, dove accanto ai laboratori ci sono medici e pazienti in attesa di nuove soluzioni e risposte.

Qui mi piace il fatto di poter collaborare con diversi gruppi di ricerca, di base e clinica: la missione del mio laboratorio è infatti quella di fornire le conoscenze e competenze necessarie per indagare l’origine genetica delle malattie. Si tratta di un lavoro molto complesso, dove la sinergia e la multidisciplinarità sono centrali per la riuscita dei progetti. Non è sempre facile dialogare con persone con background tanto diversi tra loro, come medici, bioinformatici, biotecnologi e fisici. Ma è una sfida che amo affrontare e può dare risultati sorprendenti.

Dejan Lazarevic