Il rumore della lavastoviglie può emozionare

iperplasia surrenalica congenita

Avevo due anni quando i miei genitori si sono accorti che iniziavo a biascicare delle parole.

Ricordo poco di quel periodo della mia vita, ma ricordo bene gli anni seguenti, l’impatto che la sordità aveva sulle mie giornate e soprattutto ricordo molto bene quando ho varcato per la prima volta la soglia dell’Ospedale San Raffaele.

La sordità neurosensoriale è una malattia che colpisce le cellule acustiche dell’orecchio - nel mio caso entrambe le orecchie - e rende impossibile la trasmissione del suono tra la parte meccanica dell’orecchio e il nervo acustico.

L’apparecchio acustico esterno è stato un compagno fedele per molti anni e mi ha aiutata a non essere completamente isolata dal mondo, fino a quando a 17 anni sono entrata in sala operatoria e dopo circa un’ora e mezza di operazione, la Dottoressa Piccioni aveva posizionato un impianto cocleare sottopelle dietro il mio orecchio sinistro.

Nei giorni successivi ricordo che ho iniziato a sentire suoni normalissimi, che per me normali non erano.

Uno di questi? Il rumore della lavastoviglie in funzione.

Non avrei mai immaginato di dirlo: un rumore che la maggior parte delle persone percepisce come fastidioso in me ha scatenato un’emozione fortissima di gioia e gratitudine!

La ricerca scientifica e l’impianto cocleare hanno cambiato il mio futuro.

Senza il lavoro della dottoressa Piccioni, dei medici e dei ricercatori dell’Ospedale San Raffaele che fanno ricerca e sono impegnati nello studio e nel trattamento della sordità, senza tutte le persone che sostengono la ricerca scientifica la mia vita sarebbe molto diversa; il mio futuro sarebbe diverso.

Invece oggi sento!

Il mio grazie sincero va alla dottoressa Piccioni, alla sua equipe e a tutti i sostenitori e le sostenitrici della ricerca scientifica, perché mi hanno ridato la mia vita e posso continuare a emozionarmi… anche per il rumore della lavastoviglie.

Francesca
 

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