Nilo, medico-ricercatore in neurologia, vuole trovare una cura per la SLA

Riva Nilo

Le neuroscienze sono la mia passione: al San Raffaele mi sono specializzato in neurologia e ho quindi intrapreso il percorso della ricerca, frequentando un dottorato in neurologia sperimentale. Oggi coordino un gruppo di ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica – meglio conosciuta come SLA -, una malattia complessa, di difficile diagnosi e da cui non si può ancora guarire.

Un’opportunità unica per entrare davvero nei meccanismi della malattia è quella di fare ricerca ogni giorno e, allo stesso tempo, di curare i pazienti. La mattina visito in ambulatorio e mi trovo al loro fianco, di fronte alla stessa malattia che il pomeriggio studio in laboratorio. In ambito scientifico sono quello che viene chiamato “physician-scientist”, il medico-ricercatore.

Se passassi tutto il tempo al microscopio e sul bancone del mio laboratorio non potrei arrivare a comprendere veramente le complessità di questa malattia e quali siano le risposte che le persone malate si attendono da parte dalla scienza. È proprio dall’incontro con i pazienti e dai loro bisogni che nasce la giusta intuizione per guidare la ricerca.

Così ho conosciuto Roberto, che ha iniziato a inciampare, e Nicoletta, che è arrivata da me dopo diverse visite da specialisti che pensavano avesse dei semplici problemi alle mani. Loro ci chiedono di poter contribuire alla ricerca mettendosi a disposizione; noi, come parte di una squadra, lavoriamo senza sosta in laboratorio per capire i meccanismi alla base della SLA: l’obiettivo è creare nuovi farmaci che possano sconfiggere la malattia in un futuro - ci auguriamo - non troppo lontano.

Oggi non posso dire né a Roberto né a Nicoletta “puoi guarire!”. Ma dico loro che se stiamo uniti e se coinvolgiamo nella nostra squadra altre persone che sostengano i nostri sforzi, potremo accorciare i tempi affinché il giorno in cui la SLA diventerà curabile sia sempre più vicino.

Nilo Riva