Questo Natale, torno a danzare

Cellule staminali

Era luglio. Non ricordo ancora nulla di quel giorno. Ero andata a pranzo con amici della scuola di danza. Usciti dal ristorante, io e le mie amiche ci siamo messe in auto. Ero seduta davanti al posto del passeggero e all’improvviso, il buio. Gaia si è sentita male, è svenuta e siamo finiti nella corsia opposta, proprio mentre davanti a noi arrivava un camion. È questo che ci ha raccontato Melissa tempo dopo. Lei, seduta dietro, non ha mai perso i sensi. I soccorsi sono arrivati velocissimi: ambulanze, automedica, elisoccorso, vigili del fuoco. L’auto era completamente accartocciata. Mi hanno tirato fuori e i medici mi hanno intubata subito e poi trasferita d’urgenza in ospedale.

Avevo sognato quell’incidente due giorni prima e l’avevo raccontato ai miei genitori. Quando hanno ricevuto la telefonata dall’ospedale, non potevano crederci. Hanno atteso qualche ora in pronto soccorso prima di potermi vedere, in una piccola stanza, con un tubo in gola e immobile. Sono stata sottoposta a moltissimi esami per poi venire ricoverata in terapia intensiva. Ovunque avevo ossa rotte, trauma cranico e toracico.

Mi sono risvegliata una settimana dopo, lì al mio fianco c’era Matteo, ho aperto gli occhi e lui mi ha detto “fammi vedere che sai ancora stringermi le mani”. Così è stato. Sono stati giorni strani. Mi sono ritrovata a ricostruire me stessa: parlavo con voce da bambina, dicevo cose senza senso. Una notte, ho visto mio papà al mio fianco e gli ho detto: “Papà, accompagnami in bagno, devo prepararmi e mettermi i tacchi, devo uscire, Matteo mi aspetta”.

Matteo è il mio più grande amico. Non mi ha mai lasciata un istante e per tutto il tempo in cui io non ero cosciente, scriveva un diario con quello che mi accadeva intorno, per non farmi perdere nulla delle mie giornate buie.    
Sono uscita dall’ospedale un mese dopo l’incidente con una sola stampella, non potevo appoggiarmi al braccio per la clavicola fratturata. Ma io mi sentivo bionica, dopo quello che mi era successo.

All’inizio di ottobre è arrivata la notizia più bella: avrei potuto finalmente tornare alla mia passione di sempre: la danza classica. Non aspettavo di sentire altro. Ed eccomi qui, questo Natale di nuovo con le mie scarpette da ballo ai piedi. Sono tornata a danzare e sono pronta a riprendere in mano la mia vita dove sono stata costretta a lasciarla per un po’ di tempo.

Giada

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